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Home NIS2

La Gestione di Backup e la Ridondanza nei Servizi RMM e Backup alla luce della Direttiva NIS2

Con l’implementazione della Direttiva NIS2, le aziende che operano in settori strategici, come energia, trasporti, sanità e finanza, devono rispettare nuovi e rigorosi requisiti di sicurezza informatica, con un focus particolare su backup e ridondanza dei dati. Questo è fondamentale per garantire la resilienza e la continuità operativa di servizi essenziali per la società.

Avv. Giuseppe Serafini scritto da Avv. Giuseppe Serafini
21 Novembre 2024
in Atti & Documenti, NIS2
Tempo di lettura: 7 minuti
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La Gestione di Backup e la Ridondanza nei Servizi RMM e Backup alla luce della Direttiva NIS2
  1. Introduzione alla Direttiva NIS2 e all’Importanza dei Servizi di RMM e Backup 2
  2. Requisiti della Direttiva NIS2 per la Gestione di Backup e Ridondanza 2
    • Conservazione di Backup e Piani di Ripristino 2
    • Ridondanza delle Risorse 3
    • Verifica Periodica e Test dei Backup 3
  3. Modello Operativo per la Conformità ai Requisiti NIS2 nei Servizi RMM e Backup 4

Con l’implementazione della Direttiva NIS2, le aziende che operano in settori strategici, come energia, trasporti, sanità e finanza, devono rispettare nuovi e rigorosi requisiti di sicurezza informatica, con un focus particolare su backup e ridondanza dei dati.
Questo è fondamentale per garantire la resilienza e la continuità operativa di servizi essenziali per la società.

Il presente saggio approfondisce le disposizioni della NIS2 relative alla gestione dei backup e alle misure di ridondanza, delineando un modello di implementazione per i fornitori di servizi di Remote Monitoring and Management (RMM) e Backup.

L’obiettivo è dimostrare come queste tecnologie possano supportare la resilienza operativa e il ripristino, conformemente ai requisiti normativi per la protezione delle infrastrutture critiche.

1.  Introduzione alla Direttiva NIS2 e all’Importanza dei Servizi di RMM e Backup

La Direttiva NIS2 introduce un nuovo approccio olistico per la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi, stabilendo standard minimi di sicurezza per la protezione delle infrastrutture critiche e promuovendo la cooperazione tra gli Stati membri.
In questo contesto, con il crescente utilizzo dei servizi di Remote Monitoring and Management (RMM) e di Backup, i fornitori di servizi gestiti (MSP) assumono un ruolo chiave nella resilienza operativa delle organizzazioni.
Questi servizi permettono il monitoraggio, la gestione e la protezione remota delle risorse IT, diventando essenziali per prevenire e mitigare incidenti di sicurezza, come attacchi ransomware, e per garantire continuità operativa in caso di disastri naturali o guasti tecnici.
Le disposizioni NIS2 impongono una rigorosa gestione del backup e della ridondanza per garantire che, anche in caso di incidenti, sia possibile ripristinare rapidamente le operazioni critiche.
Questo saggio analizza come tali requisiti influiscano sulla progettazione e gestione dei servizi RMM e Backup, e propone un modello che integri i principi normativi nella tecnologia di questi servizi, con particolare attenzione alle sfide e alle opportunità per gli MSP.


2.  Requisiti della Direttiva NIS2 per la Gestione di Backup e Ridondanza

La Direttiva NIS2 delinea specifiche misure di sicurezza per assicurare che i dati e le risorse critiche siano protetti e pronti per il ripristino in caso di emergenza, in linea con una strategia di gestione del rischio che consideri le minacce e le vulnerabilità specifiche di ciascun settore.
I principali requisiti possono essere suddivisi in tre aree fondamentali: conservazione dei backup, ridondanza delle risorse e verifica dell’affidabilità delle copie di backup.


2.1  Conservazione di Backup e Piani di Ripristino 

I soggetti pertinenti, inclusi gli MSP che offrono servizi RMM e Backup, devono stabilire e documentare strategie di conservazione dei backup, in base alla valutazione dei rischi e al piano di continuità operativa.

Devono essere definiti e rispettati tempi di ripristino (RTO) compatibili con i requisiti di continuità operativa, assicurando che i backup possano essere ripristinati entro intervalli di tempo predefiniti in fase di pianificazione.

È fondamentale considerare il Recovery Point Objective (RPO), ovvero la quantità massima di dati che l’organizzazione può permettersi di perdere in caso di incidente.

I dati, inclusi quelli di configurazione e conservati su cloud, devono essere completi e corretti.

La qualità del backup è cruciale per evitare il ripristino di dati corrotti o incompleti, che comprometterebbero la continuità operativa e potrebbero causare perdite di dati o inconsistenze nei sistemi.

Le copie di backup devono essere mantenute in luoghi sicuri, idealmente offline e fuori dalla rete primaria, utilizzando soluzioni di archiviazione protette da accessi non autorizzati e da eventi avversi.

È necessario che siano sufficientemente distanti dalla sede principale per evitare danni causati da disastri locali, come incendi, inondazioni o terremoti.

La NIS2 incoraggia l’adozione del modello “3-2-1”, che prevede tre copie di backup, su due diversi tipi di supporto, con almeno una copia conservata off-site.

Gli accessi ai backup devono essere protetti con controlli fisici e logici adeguati, in linea con il livello di classificazione delle risorse, riducendo il rischio di accessi non autorizzati o di manipolazione.

Questo include l’implementazione di sistemi di autenticazione robusta, la cifratura dei dati e il monitoraggio degli accessi.


2.2  Ridondanza delle Risorse

La Direttiva NIS2 sottolinea inoltre la necessità di garantire la ridondanza delle risorse, sia fisiche che logiche, per supportare la continuità operativa.

Per i servizi RMM e Backup, questo significa disporre di risorse di rete e di sistemi informativi che consentano di continuare le operazioni anche in caso di guasti o interruzioni.
In particolare, l’infrastruttura deve garantire che le risorse critiche siano replicate o ridondate, con sistemi di failover e backup operativi pronti all’uso.

Questo può includere l’utilizzo di server ridondanti, storage replicato, connessioni di rete multiple e sistemi di alimentazione di backup.

È essenziale assicurare che il personale responsabile del ripristino disponga di competenze adeguate e che vi sia un piano per garantire la loro disponibilità in caso di emergenza, anche al di fuori del normale orario di lavoro.

È importante prevedere attività di formazione e aggiornamento per il personale, nonché piani di disaster recovery che definiscano ruoli e responsabilità in caso di incidente.

Per evitare interruzioni, i canali di comunicazione devono essere ridondanti, consentendo l’accesso ai backup e la gestione del ripristino anche in caso di malfunzionamenti nelle reti principali.

Ad esempio, è possibile utilizzare connessioni Internet di backup o reti private virtuali (VPN) per garantire la connettività in caso di guasti.


2.3  Verifica Periodica e Test dei Backup

Un altro requisito fondamentale della NIS2 è la verifica periodica dell’integrità e dell’affidabilità delle copie di backup e delle risorse ridondate.

Queste verifiche devono essere effettuate con regolarità e documentate in modo accurato. Le organizzazioni devono sottoporre a test periodici i processi di ripristino, per assicurarsi che i backup siano accessibili, integri e utilizzabili al momento del bisogno.
Tali test devono simulare scenari realistici, come attacchi ransomware, errori umani o disastri naturali, per valutare la prontezza e l’efficacia del ripristino.

Controlli periodici sull’integrità dei backup sono essenziali per garantire che le copie siano intatte e prive di corruzioni.
Questo è particolarmente importante per i servizi di RMM e Backup, dove i dati dei clienti devono rimanere affidabili e completi.

L’utilizzo di checksum e altri meccanismi di controllo dell’integrità può aiutare a individuare eventuali problemi.

Ogni test deve essere documentato e i risultati archiviati. In caso di problemi o fallimenti nei test, devono essere implementate azioni correttive per risolvere eventuali carenze.

La documentazione dei test e delle azioni correttive è essenziale per dimostrare la conformità alla NIS2 e per migliorare continuamente i processi di backup e disaster recovery.

 

3.  Modello Operativo per la Conformità ai Requisiti NIS2 nei Servizi RMM e Backup

Implementare un modello operativo che rispetti i requisiti della NIS2 significa integrare diverse componenti chiave nei servizi di RMM e Backup.

Questo richiede un approccio olistico che consideri non solo gli aspetti tecnologici, ma anche quelli organizzativi e procedurali.

  • In primo luogo, i fornitori di servizi devono progettare un’infrastruttura di backup distribuita e sicura.
    Ciò implica la distribuzione geografica dei dati, utilizzando data center che rispettino elevati standard di sicurezza fisica e logica, garantendo la protezione delle copie di backup da accessi non autorizzati, eventi avversi e disastri naturali.
    La scelta dei data center è cruciale e deve tenere conto di fattori come la posizione geografica, le misure di sicurezza implementate e le certificazioni di conformità a standard internazionali.

  • In secondo luogo, l’automazione e il monitoraggio avanzato sono essenziali per garantire la disponibilità e l’integrità dei backup. La tecnologia RMM consente di monitorare in tempo reale l’integrità e la disponibilità delle risorse di backup, individuando tempestivamente eventuali anomalie o problemi.
    L’adozione di strumenti di monitoraggio avanzato con sistemi di allerta automatizzata è fondamentale per rilevare immediatamente anomalie e assicurare la tempestiva risposta agli incidenti. L’automazione dei processi di backup e ripristino riduce il rischio di errori umani e garantisce l’efficienza delle operazioni.

  • In terzo luogo, i test di Disaster Recovery continuativi sono indispensabili per verificare l’efficacia delle procedure di ripristino.
    I test di ripristino dovrebbero essere eseguiti a intervalli regolari e basati su scenari che replicano le condizioni di incidenti reali, come attacchi ransomware, guasti hardware o errori umani.

    Le aziende devono documentare i risultati dei test e predisporre piani di miglioramento continuo per garantire che i backup siano effettivamente affidabili e che i tempi di ripristino siano conformi agli obiettivi prefissati.
    Inoltre, la gestione delle identità e degli accessi è fondamentale per proteggere i dati e le infrastrutture di backup. I controlli di accesso devono essere robusti, con autenticazione a più fattori e segmentazione degli accessi secondo il principio del minimo privilegio.
    Questo riduce il rischio di accessi non autorizzati ai dati critici e alle infrastrutture di backup.
    È importante implementare sistemi di gestione delle identità e degli accessi (IAM) che consentano di controllare e monitorare gli accessi alle risorse, garantendo la tracciabilità delle azioni svolte dagli utenti.


  • Infine, la capacità di mantenere una ridondanza dei sistemi, delle risorse di rete e delle competenze è essenziale per il rispetto della continuità operativa e per mitigare il rischio di interruzioni nel caso di incidenti imprevisti.
    La ridondanza deve essere pianificata in modo accurato, considerando le esigenze specifiche dell’organizzazione e il ruolo dei servizi RMM e Backup nel garantire la continuità operativa. È importante prevedere anche la ridondanza delle competenze, assicurando che vi siano sempre persone qualificate in grado di gestire i sistemi e le procedure di backup e disaster recovery.

In conclusione, la conformità alla Direttiva NIS2 richiede un impegno significativo da parte dei fornitori di servizi RMM e Backup.
L’adozione di un modello operativo che integri le componenti chiave sopra descritte consente di garantire la sicurezza, la disponibilità e l’integrità dei dati, contribuendo alla resilienza operativa delle organizzazioni e alla protezione delle infrastrutture critiche.

Avv. Giuseppe Serafini

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Avv. Giuseppe Serafini

Avv. Giuseppe Serafini

Giuseppe Serafini è Avvocato Cassazionista del Foro di Perugia. Lead Auditor ISO/IEC 27001:2013, ISO/IEC 27701:2019; DPO UNI 11697:2017. Master di II° livello in Cybersecurity. Master di II° livello in Data Protection. Perfezionato in Digital Forensicis, Cloud & Data Protection. Già docente di Informatica Giuridica presso la Scuola di Specializzazione in Professioni Legali di Perugia, e collaboratore della cattedra di Informatica Giuridica della Facoltà di Giurisprudenza di Perugia; Docente in Master di II° livello. Relatore ed autore di numerose pubblicazioni in materia di Sicurezza delle Informazioni e Diritto delle nuove Tecnologie. Associato CLUSIT e Digital Forensics Alumni.

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