Il 99% del “sistema nervoso” delle informazioni mondiali passa per centinaia di migliaia di km di cavi controllati da Usa, Cina, Russia mentre l’Europa è esposta a black out e furti di dati personali? “Noi confidiamo che l’alternativa a questo ruolo di marginalità sia quello della affermazione molto forte del diritto europeo da parte di una realtà che ha 500 milioni di consumatori”, afferma Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, commentando all’Adnkronos il reportage sul tema pubblicato oggi dal ‘Corriere della Sera’.
Soro aggiunge: “perché questo si possa verificare non basta più avere tanti paesi che si incontrano per discutere. Occorrono gli Stati Uniti dell’Europa. Le altre strade sono molto lente e non adeguate al tempo nel quale viviamo”.
“L’articolo del Corriere della Sera – prosegue – fa riferimento ai cavi che sono l’infrastruttura attraverso la quale si sviluppa il processo di connessione e comunicazione planetaria”. Campo in cui, come era prevedibile, “la proprietà dei cavi vede l’Europa in un ruolo marginale” anche “per la mancanza di un mercato unico per il digitale”, dovuto ad una “sostanziale frammentazione delle imprese europee” e della loro capacità di rappresentanza rispetto ai competitori globali. Un processo che, secondo il Garante, “può avere una evoluzione molto negativa per la economia e per la società europea”.
“Noi confidiamo – aggiunge – che l’alternativa a questo percorso sia quella della affermazione molto forte del diritto europeo da parte di una realtà che ha 500 milioni di consumatori”. Opzione che per essere raggiunta necessita di un “governo dell’Europa, non solo di tanti paesi che si incontrano per discutere. La mia personale opinione – conclude Soro – è che occorrono gli Stati Uniti dell’Europa perché solo attraverso l’unione politica e di governo in questa società sempre più orientata a un bipolarismo sino-americano l’Europa può avere un ruolo. Le altre strade sono molto lente e non adeguate al tempo nel quale viviamo”.