Da quasi due anni ci siamo oramai abituati a vivere
nell’incertezza e nella paura. La pandemia da Covid-19, infatti, è entrata nelle nostre vite colpendo ognuno di noi, sia fisicamente che psicologicamente e attaccando l’economia Italiana più di altri paesi Europei, se si considera che il PIL si è ridotto dell’8.9% a fronte di quello dell’Unione Europea che ha subito un calo
del 6,2 %. Una crisi che ci ha colpito drasticamente, da cui c’è assoluto bisogno di riprendersi. Il 13 Luglio 2021, infatti, è stato ufficialmente approvato il PNRR, ossia il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il quale ammonta complessivamente a 235,12 miliardi di Euro, di cui 49.86 miliardi sono stanziati per la prima missione, dedicata a “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura”.
PNRR: tutto ciò che c'è da sapere
Il piano Nazionale di ripresa e Resilienza (PNRR) è un documento predisposto dal governo Italiano per illustrare alla Commissione Europea come l’Italia vuole investire i fondi, che arriveranno nell’ambito del programma Next Generation Eu. In sostanza, tale documento riporta tutti quei progetti che il nostro paese vuole realizzare grazie ai fondi comunitari, nonché la modalità di gestione delle risorse e un calendario di riforme per il paese.
Il PNRR segue 6 missioni principali, articolate così come riportato di seguito:
Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo: per sostenere la transizione digitale del paese, modernizzando le PA, le infrastrutture di comunicazione e il sistema produttivo. Tutto ciò garantendo la copertura di rete a banda ultra-larga per tutto il territorio.
Rivoluzione verde e transizione ecologica: per rendere il sistema sostenibile garantendo la sua competitività. Comprende quindi, interventi per l’agricoltura sostenibile e per migliorare la capacità di gestione dei rifiuti, programmi di ricerca per l’energia rinnovabile, investimenti per le principali filiere industriali, azioni per rendere più efficiente il patrimonio immobiliare pubblico e privato e la promozione della biodiversità del territorio.
Infrastrutture per una mobilità sostenibile: per rafforzare l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete di quella regionale (facendo particolare attenzione al mezzogiorno). Potenzia inoltre i servizi di trasporto merci e promuove l’ottimizzazione e la digitalizzazione del traffico aereo..
Istruzione e ricerca: per colmare tutte le carenze riguardanti l’istruzione nel nostro paese, ad esempio con un aumento dei posti negli asili nido, accesso alle università e rafforzamento dei sistemi di ricerca.
Coesione e inclusione: per investire nelle infrastrutture sociali, rafforzando le politiche attive del lavoro e sostenere il sistema duale e l’imprenditoria femminile. Questa missione presta particolare attenzione alla coesione territoriale, rafforzando le Zone Economiche Speciali delle aree interne, promuovendo inoltre il terzo settore nelle politiche pubbliche.
Salute: ha due obbiettivi principali. In primo luogo rafforza la prevenzione e l’assistenza sul territorio, integrando servizi sanitari e sociali, ed in secondo luogo cerca di modernizzare le dotazioni tecnologiche del Servizio Sanitario Nazionale (SNN).
Tutto ciò che serve è dunque massima trasparenza, anche perché con investimenti così grandi il rischio di caduta è elevato. Proprio per questo il monitoraggio e l’analisi sullo stato di avanzamento dei progetti sarà più attento che mai, cercando di rispettare i tempi per l’approvazione di tutte le riforme previste dal piano, indispensabili per ricevere i finanziamenti.
Per il testo integrale: