Memorizzazione fattura elettronica.
Parere sullo schema di provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate relativo alle nuove regole tecniche per la memorizzazione delle fatture elettroniche, da utilizzare per l’analisi del rischio e controllo a fini fiscali e per le funzioni di polizia economica e finanziaria.
Il Garante Privacy si è mostrato favorevole allo schema di provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate sulle nuove regole tecniche per la memorizzazione delle fatture elettroniche, tuttavia ha chiesto maggiori tutele per rendere del tutto il processo adeguato al GDPR.
Lo schema di provvedimento:
Le nuove regole tecniche per la memorizzazione delle fatture elettroniche servono per:
– analisi del rischio;
– controlli per fini fiscali;
– attività di polizia economica e finanziaria.
Lo schema di provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate presentato al Garante fornisce tutte le spiegazioni su come l’Amministrazione ha intenzione di memorizzare i file XML delle e-fatture e i dati contenuti, per poi renderli disponibili sia al personale dell’Ente che alla Guardia di finanza. I dati compresi nella memorizzazione sono, tra gli altri, anche quelli che riguardano quantità, qualità e natura di servizi e beni acquistati.
Inoltre, per assicurare complessivamente la conformità alla normativa in materia di protezione dei dati personali nell’ambito delle attività di fatturazione elettronica, si ritiene necessario avvertire i cedenti/prestatori che il trattamento effettuato attraverso l’emissione di fatture elettroniche nei confronti del consumatore finale, in luogo di altri documenti commerciali, può violare il Regolamento laddove ciò avvenga in assenza di un obbligo di legge (art. 6, par. 1, lett. c), ovvero di una richiesta di quest’ultimo (art. 6, par. 1, lett. a).
Il garante della privacy ha invece recentemente aperto un’istruttoria su un’app realizzata dall’associazione Covid Healer Onlus, con lo scopo di dare assistenza sanitaria. Chiaramente tale applicazione utilizza i dati “utenti pazienti” e “professionisti sanitari”.
Generalmente la legge italiana vieta di trattare i dati appartenenti a categorie particolari, come ad esempio quelli sulla salute, ad eccezioni di alcuni casi esplicitamente indicati. Per questo, il garante ha deciso di controllare che tutto sia stato rispettato in materia di prescrizioni e tutele .
Covid healer Onlus
Nello specifico, quest’app, scaricabile da Play Store oramai da quale settimana, viene utilizzata per organizzare supporto medico ai malati Covid-19, ad esempio mettendoli in contatto con medici e gestendo in conformità con la normativa italiana, i dati personali degli utenti ( al solo fine di mettere in contatto l’utente con il professionista ). C-Healer un’applicazione per mettere in contatto malati e professionisti sanitari, collegata alla onlus Covid Healer fondata dal dottor Andrea Stramezzi che ha presentato l’app in occasione dell’International Covid Summit.
L’app, inoltre, sarà d’aiuto anche ai medici. Saranno condivisi gli schemi terapeutici studiati in collaborazione con colleghi medici da tutto il mondo e validati in questi 18 mesi. A seconda della gravità dei sintomi riportati dal paziente, l’app suggerirà lo schema più idoneo e il medico potrà adattarlo e personalizzarlo per ciascun assistito, dove necessario. L’app fornirà ai medici anche una banca dati costantemente aggiornata, in modo da poter accedere a statistiche sull’efficacia dei vari farmaci
Una volta fatto il download dell’app, essa richiede un login iniziale tramite email e password, ma subito dopo numerosi dati come:
- Carta di Identità (fronte e retro);
- Indirizzo;
- Genere;
Per il momento quindi il Garante Privacy ha deciso di procedere solo con un’attenta analisi dell’utilizzo di tali dati, così da capire se questi vengano sfruttati per il solo scopo su cui si basa l’app, o per altro. Per riuscire ad adempiere a questa analisi verrò approfondita la base giuridica di tale attività e le finalità perseguite dall’ Associazione.
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