" Migliaia di certificati verdi, apparentemente autentici, disponibili on line all’interno di una nota piattaforma di file sharing e scaricabili da chiunque, con il serio rischio che possano essere manipolati o commercializzati”.
All’interno di una nota piattaforma di file sharing sono oramai disponibili e tranquillamente scaricabili migliaia di Green Pass apparentemente autentici. Si capisce da sola la gravità della situazione, visto che così possono essere manipolati o commercializzati, ed è proprio per questo che il Garante per la protezione dei dati personali ha sollecitato immediatamente la Guardia di Finanza all’azione, al fine di poter appurare le modalità con le quali questi dati possano essere finiti in rete, autorizzando il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi tecnologiche all’acquisizione degli archivi on line per accertarne la provenienza.
Ma non finisce qui, ovviamente. Molti di questi certificati online sono stati venduti a circa 200 euro, mentre contemporaneamente, su altri siti venivano distribuiti gratuitamente per chi ne avesse bisogno. Insomma, un mercato illecito dei Green pass sul dark web, su Telegram o sui social, che diventa sempre più vasto. Il problema è però che questi falsi certificati oltre ad essere falsi, sono riconducibili a persone reali, i cui dati personali e sanitari sono stati messi in rete; ed è qui che il garante della Privacy ha puntato il dito.
Un esperto informatico, infatti, ha scoperto 1500 Grenn pass con una semplice ricerca google: tre file con 700, 500 e 300 certificati ognuno, scaricabili con un semplice clic, di cui il 70 % leggibili correttamente tramite l’app ufficiale per validare il Green pass.
Si pensa dunque ad un certificato “rafforzato”, valido per entrare in diversi luoghi pubblici soltanto con il vaccino che però non scoraggia la richiesta nel mercato illegale: molte persone, infatti, sono disposte a pagare tramite Raid Forum ( un portale di collegamento tra la rete comune e il dark web) per ottenere il Green pass, tra l’altro con nomi fittizi ispirati a personaggi storici.
Inutile dire quindi, che identificarsi in un’altra persona costituisce reato, e comporta fino ad un anno di reclusione.
Hai una domanda per l'autore?
Al codice del consumo (n.206/2005) vengono aggiunti nuovi articoli